don Antonino della Vecchia Sacerdote di Piana di Caiazzo nel 1860
La Stauta dell'Immacolata iniziò a sudare, mentre fuori un violento temporale minacciava l'intero paese...
Addì 21 Maggio 1860 in Piana, verso le ore 20, il tempo cattivo minaccia la totale distruzione del paese. Acque dirotti, venti impetuosi, lampeggiamenti, saette cadute nel dintorno la Chiesa, senza colpirla. Il popolo è tutto atterrito. Si pensa a calare dalla nicchia la Statua della SS. Immacolata Concezione ed esporla alla pubblica venerazione, onde con la Sua intercessione placare l’ira di Dio, giustamente sdegnato per i peccati del popolo. A tale oggetto i fedeli D. Tommaso Cammarota, Francesco Insero ed il Sacrestano Raffaele Cammarota di Ferdinando ascendono alla nicchia e nell’atto stesso che questa era di tavola incartata, senza alcuna macchia di umidità, trovarono la Statua bagnata. A tale novità si chiama in fretta il Rev. Parroco D. Antonino della Vecchia e questi dopo aver recitata la litania alla Madonna e fatta fervida preghiera, sale in su la nicchia ed ocularmente e chiaramente vede che dalla sommità della Statua, e propriamente nella divisione dei capelli, comparisce un piccolo forame, come se fosse un salasso e da esso ne scorre tanto umore acquoso glutinoso, che le gocce si spargono evidentemente sulla testa e sul manto. Il fatto durò fino passata la mezzanotte seguente. Furono presenti in unione col Parroco il Rev.do Sacerdote D. Antonio Colberg, il Rev.do Sacerdote D. Michele Mone ed altri. L’avvenimento in un tratto si divulgò ed immantinente ( sic ) la Chiesa Parrocchiale si vide piena di gente che gridava: “Miracolo ! Miracolo ! Per le preghiere di questa SS. Vergine siamo salvi !” Non fu possibile nella sera far allontanare i devoti dalla Chiesa ed affinché la notte si passasse senza confusione o disturbo, fu bisogno di rimanervi le guardie. Dell’Avvenuto fu fatto dal Parroco analogo Ufficio all’Ordinario S.E. Rev.ma D. Luigi Riccio il quale senza prendere indugio si portò nella Parrocchiale Chiesa unitamente ai Sig.ri Canonici D. Luigi Abbatelli, D. Giovanni Battista La Porta ed altri. Fatta ogni osservazione, e veduto rinnovarsi lo scolo dell’umore in sua presenza, non potè trattenersi dal ripetere: “E’ un vero miracolo, ma la difficoltà dei tempi non mi permette a formare un processo”. Conchiuse con un dotto discorso. Quello che è da notarsi è che nella giornata seguente cioè a 22 del mese di Maggio, accorsero a visitare la SS. Vergine persone di ogni ceto e condizione da Caiazzo, Formicola, Villa Santa Croce, Schiavi, Morrone etc. Sicchè il paese si osservava pieno di gente , e chiunque veniva, portava nelle sue mani candele e torce per offrirle alla SS. Vergine. Il Vescovo ad impedire il concorso di persone, che potesse interpretarsi in sinistro senso, ordinò la suggellazione della Statua nella nicchia. Da Terra di Lavoro veniva gran calca di gente a visitare la Maria SS., ma avendosi per la strada la nuova della suggellazione della Statua, ognuno faceva ritorno alla sua casa. Le cere offerte nel solo giorno 22 dai divoti, furono bastevoli a tenere accesa davanti alla statua per un mese intiero non meno di dodici candele a torce. Di tale epoca il popolo di Piana ha solennizzato il 21 Maggio di ciascun anno in onore di Maria SS. Come di festivo di doppio precetto.
Addì 21 Maggio 1860 in Piana, verso le ore 20, il tempo cattivo minaccia la totale distruzione del paese. Acque dirotti, venti impetuosi, lampeggiamenti, saette cadute nel dintorno la Chiesa, senza colpirla. Il popolo è tutto atterrito. Si pensa a calare dalla nicchia la Statua della SS. Immacolata Concezione ed esporla alla pubblica venerazione, onde con la Sua intercessione placare l’ira di Dio, giustamente sdegnato per i peccati del popolo. A tale oggetto i fedeli D. Tommaso Cammarota, Francesco Insero ed il Sacrestano Raffaele Cammarota di Ferdinando ascendono alla nicchia e nell’atto stesso che questa era di tavola incartata, senza alcuna macchia di umidità, trovarono la Statua bagnata. A tale novità si chiama in fretta il Rev. Parroco D. Antonino della Vecchia e questi dopo aver recitata la litania alla Madonna e fatta fervida preghiera, sale in su la nicchia ed ocularmente e chiaramente vede che dalla sommità della Statua, e propriamente nella divisione dei capelli, comparisce un piccolo forame, come se fosse un salasso e da esso ne scorre tanto umore acquoso glutinoso, che le gocce si spargono evidentemente sulla testa e sul manto. Il fatto durò fino passata la mezzanotte seguente. Furono presenti in unione col Parroco il Rev.do Sacerdote D. Antonio Colberg, il Rev.do Sacerdote D. Michele Mone ed altri. L’avvenimento in un tratto si divulgò ed immantinente ( sic ) la Chiesa Parrocchiale si vide piena di gente che gridava: “Miracolo ! Miracolo ! Per le preghiere di questa SS. Vergine siamo salvi !” Non fu possibile nella sera far allontanare i devoti dalla Chiesa ed affinché la notte si passasse senza confusione o disturbo, fu bisogno di rimanervi le guardie. Dell’Avvenuto fu fatto dal Parroco analogo Ufficio all’Ordinario S.E. Rev.ma D. Luigi Riccio il quale senza prendere indugio si portò nella Parrocchiale Chiesa unitamente ai Sig.ri Canonici D. Luigi Abbatelli, D. Giovanni Battista La Porta ed altri. Fatta ogni osservazione, e veduto rinnovarsi lo scolo dell’umore in sua presenza, non potè trattenersi dal ripetere: “E’ un vero miracolo, ma la difficoltà dei tempi non mi permette a formare un processo”. Conchiuse con un dotto discorso. Quello che è da notarsi è che nella giornata seguente cioè a 22 del mese di Maggio, accorsero a visitare la SS. Vergine persone di ogni ceto e condizione da Caiazzo, Formicola, Villa Santa Croce, Schiavi, Morrone etc. Sicchè il paese si osservava pieno di gente , e chiunque veniva, portava nelle sue mani candele e torce per offrirle alla SS. Vergine. Il Vescovo ad impedire il concorso di persone, che potesse interpretarsi in sinistro senso, ordinò la suggellazione della Statua nella nicchia. Da Terra di Lavoro veniva gran calca di gente a visitare la Maria SS., ma avendosi per la strada la nuova della suggellazione della Statua, ognuno faceva ritorno alla sua casa. Le cere offerte nel solo giorno 22 dai divoti, furono bastevoli a tenere accesa davanti alla statua per un mese intiero non meno di dodici candele a torce. Di tale epoca il popolo di Piana ha solennizzato il 21 Maggio di ciascun anno in onore di Maria SS. Come di festivo di doppio precetto.
Registro dei battezzati del 1860. Il manoscritto del miracolo
Ecco alcune significative testimonianze di figli e figlie dei presenti all’epoca del miracolo
Grazie all’opera di conservazione nel Santuario dell’Immacolata da parte del suo Pastore Mons. Giulio Farina è possibile pubblicare alcune testimonianze di figli e nipoti raccolte direttamente da loro dalla bocca dei loro genitori presenti ai fatti nel 1860. Queste testimonianze furono trascritte in occasione del centenario nel 1960 dal parroco dell’epoca Padre Gaetano Barbato e le persone all’epoca avevano già una ragguardevole età. Questi i fatti. Concetta Fossa, vedova Funaro di 87 anni, apprese dalla mamma presente al miracolo: … “ Dato che fuori pioveva, a scanso di equivoci, la Madonna fu calata dalla nicchia e si osservò se fosse la nicchia che scorreva, ma questa era perfettamente asciutta. Due persone furono incaricate di asciugare l’abbondante sudore che scorreva specialmente dalla testa della Statua. Per tutta la notte la popolazione rimase a piangere e a pregare in Chiesa, convinta che si fosse giunti alla fine del mondo. Ma poco prima dell’alba, verso le tre o le quattro, il cielo era tornato sereno. La Madonna aveva cessato di sudare. Beatrice Santabarbara aggiunge e precisa e precisa: “Il sindaco Lorenzo Santabarbara e il fratello Tommaso Priore della Congrega, furono quelli che cercarono di calmare il terrore dell’intera popolazione davanti al temporale minaccioso. Maria Santabarbara Scirocco confermando il fatto, aggiunge di aver sentito ripetutamente la madre Mone Maria, giovanetta al tempo del miracolo: “ Il 21 maggio 1860, nel tardo pomeriggio, s’era oscurato il cielo e la terra. Una tempesta imperversava su Piana, ed era tanta la furia delle acque che molte pecore che pascolavano in montagna, erano state travolte dalla piena e le loro carogne si ritrovarono nei giorni seguenti nei terreni della contrada Cambrianni ( la zona del nuovo palazzo scolastico, ndr ) Don Tommaso Cammarota asciugava il sudore che colava dalla testa della Madonna, ma non ci riusciva perché era molto abbondante. Un fazzoletto inzuppato di liquido fu mandato al Vescovo. Cecilia D’Agostino…ricordo che mia madre De Marco Carolina, di sette anni al tempo del miracolo, era solita raccontarmi che il 21 Maggio 1860 si doveva finire solo il mondo, “ si erano oscurati cielo e terra. Tutti corsero in Chiesa. La Madonna sudava. Teresa Santabarbara fu Pietro…mia madre Arcangela Mone fu Domenico, giovanetta al tempo del miracolo, era solita raccontare a noi piccolini… “ La statua dell’Immacolata era sotto la porta di Sant’Angelo perché l’avevano calata dalla nicchia e sudava…il sudore si ripetette un’altra volta davanti al vescovo che disse nel suo discorso che fece al popolo, che la Madonna sudava per supplicare suo figlio a calmare la tempesta e salvare il popolo. Don Tommaso Cammarota, zio del Sacerdote Don Federico Cammarota, asciugava il sudore e un fazzoletto fu conservato fino alla morte. Ortone Maria e Caterina raccontano. … “ D’Agostino Domenicantonio, nostro nonno testimone del miracolo, quando a noi due nipotine raccontava il miracolo del 21 Maggio 1860 si metteva in ginocchio e vi rimaneva fin quando non aveva terminato. Le lacrime che accompagnavano la narrazione ci dimostravano la commozione che sentiva nel suo cuore pensando alla bontà della Madonna.
Grazie all’opera di conservazione nel Santuario dell’Immacolata da parte del suo Pastore Mons. Giulio Farina è possibile pubblicare alcune testimonianze di figli e nipoti raccolte direttamente da loro dalla bocca dei loro genitori presenti ai fatti nel 1860. Queste testimonianze furono trascritte in occasione del centenario nel 1960 dal parroco dell’epoca Padre Gaetano Barbato e le persone all’epoca avevano già una ragguardevole età. Questi i fatti. Concetta Fossa, vedova Funaro di 87 anni, apprese dalla mamma presente al miracolo: … “ Dato che fuori pioveva, a scanso di equivoci, la Madonna fu calata dalla nicchia e si osservò se fosse la nicchia che scorreva, ma questa era perfettamente asciutta. Due persone furono incaricate di asciugare l’abbondante sudore che scorreva specialmente dalla testa della Statua. Per tutta la notte la popolazione rimase a piangere e a pregare in Chiesa, convinta che si fosse giunti alla fine del mondo. Ma poco prima dell’alba, verso le tre o le quattro, il cielo era tornato sereno. La Madonna aveva cessato di sudare. Beatrice Santabarbara aggiunge e precisa e precisa: “Il sindaco Lorenzo Santabarbara e il fratello Tommaso Priore della Congrega, furono quelli che cercarono di calmare il terrore dell’intera popolazione davanti al temporale minaccioso. Maria Santabarbara Scirocco confermando il fatto, aggiunge di aver sentito ripetutamente la madre Mone Maria, giovanetta al tempo del miracolo: “ Il 21 maggio 1860, nel tardo pomeriggio, s’era oscurato il cielo e la terra. Una tempesta imperversava su Piana, ed era tanta la furia delle acque che molte pecore che pascolavano in montagna, erano state travolte dalla piena e le loro carogne si ritrovarono nei giorni seguenti nei terreni della contrada Cambrianni ( la zona del nuovo palazzo scolastico, ndr ) Don Tommaso Cammarota asciugava il sudore che colava dalla testa della Madonna, ma non ci riusciva perché era molto abbondante. Un fazzoletto inzuppato di liquido fu mandato al Vescovo. Cecilia D’Agostino…ricordo che mia madre De Marco Carolina, di sette anni al tempo del miracolo, era solita raccontarmi che il 21 Maggio 1860 si doveva finire solo il mondo, “ si erano oscurati cielo e terra. Tutti corsero in Chiesa. La Madonna sudava. Teresa Santabarbara fu Pietro…mia madre Arcangela Mone fu Domenico, giovanetta al tempo del miracolo, era solita raccontare a noi piccolini… “ La statua dell’Immacolata era sotto la porta di Sant’Angelo perché l’avevano calata dalla nicchia e sudava…il sudore si ripetette un’altra volta davanti al vescovo che disse nel suo discorso che fece al popolo, che la Madonna sudava per supplicare suo figlio a calmare la tempesta e salvare il popolo. Don Tommaso Cammarota, zio del Sacerdote Don Federico Cammarota, asciugava il sudore e un fazzoletto fu conservato fino alla morte. Ortone Maria e Caterina raccontano. … “ D’Agostino Domenicantonio, nostro nonno testimone del miracolo, quando a noi due nipotine raccontava il miracolo del 21 Maggio 1860 si metteva in ginocchio e vi rimaneva fin quando non aveva terminato. Le lacrime che accompagnavano la narrazione ci dimostravano la commozione che sentiva nel suo cuore pensando alla bontà della Madonna.
La statua della Vergine Maria
Nessun commento:
Posta un commento