Il canonico Pasquale Iadone

Prima di ripercorrere il cammino del Comune di : “La Piana, Piana e Villa Santa Croce, Piana di Caiazzo ed infine Piana di Monte Verna” è d’obbligo aprire una parentesi che riguarda Villa Santa Croce la quale per i primi tre anni, dalla promulgazione delle predetti leggi, si trova ad assumere lo status di Comune (fino al 1809) così come capitato ad altre frazioni di Caiazzo, tra le quali San Giovanni e Paolo, ma circostanza che più ha creato problemi alla piccola comunità (oggi frazione di Piana di Monte Verna), fu che venne aggregata all’ Università di Sasso.
Infatti dal 1757 e fino al 1811 Villa Santa Croce per un errore topografico, venne aggregata a detta Università, ed i villesi patirono gravi disagi, in particolar modo nei mesi invernali, i quali per raggiungere Formicola si vedevano costretti a percorrere un tragitto di 20 km circa, anche perché la strada dei monti diveniva impraticabile d’inverno.
Infine la cronaca di quei tempi ci ricorda che il 26 Luglio del 1805, il circondario di Caiazzo e quindi anche Piana, fù colpito da un terribile terremoto.
Il Canonico Iadone descriveva così i danni riguardanti Piana e Villa Santa Croce:
La Piana, frane, fratture nel territorio, aumento di portata delle sorgenti e dei pozzi, intorbidamento delle acque, fenomeni luminosi e rombi, il terremoto raggiunge l’intensità massima intorno al 7°-8° grado della Scala Mercalli. Alcune case di campagna patirono maggior danno, poiché i tetti di cinque case caddero con porzione delle mura del piano superiore; altri otto casamenti sono rimasti lesionati in maniera anche nei piani inferiori. Si è avuto un morto ed un ferito.
Villa Santa Croce, piccole lesioni nessun danno ulteriore, nessun morto o ferito, il terremoto qui raggiunse l’intensità massima intorno al 6° grado della scala Mercalli.
La relazione dettagliata del Canonico Iadone, viene illustrata nel Capitolo III di questo nostro viaggio nel tempo.
Il Canonico Iadone, compilò una statistica nella quale descriveva tutto il Circondario di Caiazzo, e le zone limitrofe. Anche in questo caso il testo, viene riportato integralmente.
Il Circondario di Caiazzo (1807-1811)

Il territorio della ex diocesi di Caiazzo è circondato per tre lati (nord, est e sud) dal fiume Volturno ed è delimitato ad ovest dalla catena del monte Maggiore [1].
La struttura fisica, e soprattutto i confini irremovibili, hanno da sempre condizionato le scelte politiche, e quindi la storia, dello stesso: basti pensare al territorio attribuito alla diocesi nel X secolo [2] rimasto pressappoco inalterato fino ai giorni nostri.
Furono senz'altro questi i motivi dell'attribuzione, nel 1807, dei territori da comprendersi nel circondario di Caiazzo [3].
Benché, prima della legge eversiva del 1806 [4], questo territorio era sottoposto ad un unico potere ecclesiastico, non era così per quanto riguardava l'amministrazione feudale.
La città di Caiazzo con i casali di Piana, Villa Santa Croce, San Giovanni e Paolo, e i castelli di Raiano, Alvignanello, Campagnano e Squille, erano feudi del marchese di Caiazzo Antonio Corsi [5]; Alvignano, Dragoni e Maiorano, erano feudi del principe di Piedimonte Onorato Gaetani d'Aragona [6] , i diritti feudali di Latina e Baia appartenevano a Pasquale Sanniti Zona [7]; Formicola, infine, con i suoi casali Medici, Auduni, Cavallari, Fondola, Croce - che appartenenva alla diocesi di Teano - e Treglia, e con i castelli di Pontelatone, Schiavi, Merangeli, Profeti, Cese, Sassa e casali, Preja, Cisterna, e Strangolagallo, erano feudi dei Carafa duchi di Maddaloni e baroni di Formicola [8].
All'amministrazione feudale si affiancava, e a volte si contrapponeva, quella dei cittadini: l'università. Essa non aveva prerogative politiche ma solo amministrative [9]; i cittadini erano divisi in due ceti entrambi elettori, solo gli appartenenti al primo ceto, i possidenti, erano però eleggibili [10].
Gli "eletti" duravano in carica un anno. A Caiazzo (compreso il piccolo villaggio di Cesarano) si eleggevano quattro eletti; in ognuno degli altri elencati casali e castelli del Marchesato di Caiazzo si eleggevano due eletti, come pure in Formicola (compreso i casali) e in ognuno dei castelli, e così in Alvignano, Latina, e Baia; a Dragoni si eleggevano tre eletti: due della città ed uno del casale di Maiorano [11].
La citata legge eversiva del 2 agosto 1806, abolendo il potere feudale, accrebbe quello delle università.
Con la legge sulla divisione ed amministrazione del Regno [12] esse furono riconosciute come unico organismo di governo locale dipendenti solo dagli intendenti provinciali [13].
Con il riordinamento amministrativo attuato, le provincie del regno furono divise in distretti [14], divisi a loro volta in Circondari Giurisdizionali che comprendevano le università, denominate da allora giuridicamente anche
comuni [15] .
Nel distretto di S. Maria, il XVII circondario istituito fu quello di Caiazzo. Esso comprendeva le comuni di Caiazzo, Piana, Villa Santa Croce, Alvignanello, Baja, Campagnano, Cesi (sic), Cisterna, Dragoni, Fondola, Formicola, Latina, Lautoni, Merangeli, Pontelatone, Rajano, San Giovanni e Paolo, Schiavi, Squilla (sic), Treglia, Preja, Maiorano [16].
Tra le disposizioni della legge 8 dicembre 1806 citata, vi era a possibilità data alle comuni minori di mille abitanti di riunirsi tra loro o con quelle che ne avevano un numero non maggiore di tremila.
Nel circondario di Caiazzo furono effettuate tra il 1807 e il 1811 le seguenti "riunioni" di comuni[17]: San Giovanni e Paolo si riunì con Raiano, Squille ed Alvignanello con Campagnano, Piana e Villa Santa Croce con Caiazzo, Latina con Baia; per quanto riguarda Formicola, Sasso, Schiavi, e Pontelatone ognuno si riunì con i propri casali [18].
Con l'istituzione dei Giudici di pace [19] il Circondario di Caiazzo fu diviso in due Giustizie di pace: quella di Caiazzo e quella di Formicola. La prima comprendeva le comuni di Caiazzo e circondario, Piana, S. Giovanni e Paolo, Raiano, Campagnano, Squille, Alvignano, Alvignanello, Dragoni e circondario; la seconda comprendeva Formicola e circondario, Schiavi e circ.rio, Villa S. Croce, Baia e Latina, Pontelatone, Cese, Cisterna, Preia o sia Sasso(sic) [20].
Questa suddivisione territoriale fu messa in discussione da una supplica inviata dall'eletto di Villa S. Croce al Ministro di Giustizia, in cui venivano espresse le difficoltà che trovavano i naturali a raggiungere Formicola - distante circa miglia sette - e in cui si richiedeva che la comune, riunita a quella di Piana, fosse annessa alla Giustizia di Caiazzo, distante circa un miglio e mezzo [21].
La supplica rientrò nel "Progetto di rettifica de' Circondari delle Giustizie di Pace della Provincia di Terra di Lavoro" [22] e con Decreto del 4 maggio 1811 n. 922 "relativo alle circoscrizioni provinciali, dei distretti e dei circondari", nel distretto di Capua furono istituiti i due nuovi circondari di Caiazzo (composto da Caiazzo: Piana, Villa S. Croce, Alvignano, Dragoni, Campagnano: Squille, Alvignanello, Raiano, S. Giovanni e Paolo) e di Formicola (composto da Formicola e casali, Sasso e casali, Schiavi e casali, Pontelatone e casali, Baia: Latina) [23] . Tra il 1809 e il 1810 lo storico caiatino Pasquale Iadone [24] elaborò una statistica di tutto il circondario di Caiazzo descrivendo minuziosamente sia i confini complessivi dello stesso che quello delle Giustizie di Pace e annotando le criticità emerse dalla suddivisione [25].
La "Statistica", inedita, fornisce un prezioso "spaccato d'epoca" sicuramente utile per chi si accinge a trattare la storia dei paesi della diocesi di Caiazzo: questo il motivo che mi ha spinto a trascriverla e pubblicarla.
STATISTICA
Articolo 1: Monti, loro nomi, e confine
Il presente Circondario di Caiazzo è in buona parte montuoso, e collinoso; giacché una catena di monti con adiacenti colline lo dividono come in due parti tirando dall'occidente all'oriente; e sono detti monti di figura niente uguale, poiché le stesse sono diverse, e vengono interrotte da valli. Essendo Caiazzo come il centro, o per meglio dire come il foco di detto Circondario, e Diocesi si dirà prima qualche cosa delle colline su cui è la Città, e la circondano; in seguito si esporranno i monti di oriente ed in ultimo luogo le montagne occidentali, dividendo tutto in numeri per evitare la confusione.
Numero 1
La Città, come dirassi a suo luogo, è fabbricata su due colline, che sono continuazione dei monti Calatini; una si chiama le Fosse, e l'altra il Castello; la collina detta le Fosse s'innalza di circa 180 passi dal livello del fiume Volturno, che quasi gli bagna le radici dal mezzogiorno; ed il Castello di circa passi 200.
Sono unite ambedue con gli accennati monti e dall'est, e dall'ovest; e vengono circondate da alte colline, qua, e là disperse, ed interrotte da piccolissime valli, e pianure.
Le colline, che riguardano oriente si denominano le Guara- nelle, Pietramala, le Vigne, e S. Giovanni e Paolo: dal sud S. Leo: al sud-ovest Mondonuovo, la Madonna delle Grazie, e la Selvetella; al di sotto di Mondonuovo mediante una picciola valle Monte Munnolo; alla distanza di circa mezzo miglio s'innalza un'isolato picco detto Mesorinola, che al sud è bagnato dal fiume: quasi contiguo a tal picco da occidente si vede un'altra picciola collina, anche essa isolata, detta il monticello delle Monache.
Numero 2
La sommità dei monti, che si è detto essere all'oriente o per meglio dire al nord-est di Caiazzo formano come tre ordini di colline dirette quasi dal sud al nord. Dando principio dalla linea rimota di Caiazzo circa due miglia all'ori- ente invernale si appressano Paterno, Monte Alifano (osia Omodei), Cornuti, ed il Bosco di Alvignanello. La linea di mezzo virando pure dal sud al nord è unita all'accennate Colline delle Vigne, e San Giovanni e Paolo, e contiene il Palazzo, le Serole, le Monticelle, il Morrone Grande, l'Olivella, e Mastrantuono. La linea occidentale principia dalle Guaranelle; le principali cime sono, Monte Carofalo, Sangiovanni di Raiano, le Coste, Centomoggia, ed all'occidente di queste è attaccato il montuoso bosco della Spinosa, a Selva Piana, un tempo Reali Cacce. La loro elevazione da mezzo giorno dalla parte più contigua alla Città è pochi passi di più della collina del Castello, e va man mano scemando in guisa, che termina a nord sul fiume Volturno in un niente rapido declino: così pure tutte e tre le linee dall'oriente sull'istesso fiume, e dall'occidente col piano di Caiazzo, e di Alvignano; Monte Alifano però nella parte occidentale forma una precipitosa rupe. La loro figura nella lunghezza è quasi tutta eguale toltene poche piccole prominenze, sicchè formano alla veduta un vago aspetto di colline interrotte da piccole val- li, e piani da essa formati.
Buona parte di detti monti è coverta di boschi di Cerri, con qualche piede di Quercia, Orni, Aceri, Platani, Carpani, e Frutici.
Numero 3
I precedenti Monti, che sono all'oriente di Caiazzo, sono uniti formando un'angolo al gruppo delle montagne occidentali mediante il Colle, su cui è fondata la Città, la Collina delle Grazie, e la Selvetella, che termina alla Montagna di S. Croce, dietro cui terminano, i monti di Caiazzo, e principiano quelli dello Stato di Formicola. E siccome da Caiazzo andando al nord-est l'altezza delle montagne va scemando, così a misura, che dalla Città si tende all'ovest va sempre aumentandosi in guisa, che può dirsi principiare i Monti di questo Circondario con un falso piano dal nord-est, e continuando dall'oriente all'occidente terminare coll'altezza di qualche considerazione nell'ovest, dove formano un'altra catena, che si estende dal libeccio al greco; quale un tempo fu chiamato Monte Massimo, seco gli di cui gioghi ne conduceva il suo esercito Fabio il Cavaliere; ed in generale si chiamano essi monti Caprari da D. Francesco Caraffa; in particolare poi dando principii a libeccio e si appellano S. Maria a Costantinopoli, il Salvatore per una cappella di tal nome; la Rocchetta; Madama Marta; Monte Maiulo; e S. Angelo.
Quest'ultimo è il Picco più considerabile del Circondario, sì per l'altezza ch'è di circa mezzo miglio dal fiume, e sì per una grotta, ch'è dal lato boreale, la quale sembra come un tempio ricoverto di cupola; la lunghezza di tal vuoto è di palmi ottantacinque; la maggiore larghezza di palmi quarantadue; la massima altezza è di circa palmi ventitre; e la minima di sette, e mezzo: è ornata di diverse stalatiti, di una varia grandezza e figura.
E' dedicata essa grotta all'Arcangelo S. Michele; questa da l'adito ad altre grotte inferiori; ma dopo qualche tanto s'incontra dell' acqua e non può andarsi più avanti.
Da questi monti si partono come tante linee formate dalla sommità dei colli dall'occidente all'oriente, che vengono in parte ad unirsi con gli accennati monti di Caiazzo. Dal sud del Monte Massimo si parte una catena di Colli, un tempo detti Callicola, che va a terminare dopo cinque miglia in circa con un basso piano in Tefrisco sul fiume Volturno: e si chiamano i Colli di Formicola, di Bellona, di Gerusalemme, di Palombara, (o sia Sicopoli), e Tefrisco. Le falde orientali di tali colli sono nelle pertinenze di Formicola, e l'occidentali in quello di Camigliano, e Bellona.
Al nord-est di Callicola, tramezzandovi la valle di Formicola, attaccano coll'istesso Monte Massimo i Colli una volta detti Trebolani, e son tirando verso Caiazzo, Trivento, Cerreta, le Forche, e S. Croce; li due ultimi sono in tenimento di Caiazzo. E ritornando indietro a S. Croce si uniscono i monti di Sassa e, di Schiavi che terminano nel detto monte di S. Angelo.
Al lato settentrionale di quest'ultima linea ne viene un'altra, che nei tempi andati erano i monti di Compulteria, e di Saticola, tramezzandovi solo una lunga, ma ristretta montuosa valle, dov'è il Casale di Majorano di Monte, e divide il tenimento di Formicola da quello di Dragone. Principia tal linea dopo circa un miglio al maestro di Cajazza dal Montegrande, ossia Costafredda, cui sussieguono Balsatruda, Castagna dei Fratelli, Monticello del Duca, la Pezza, Pergolaro, Conca, Morrone del Musco, Femina Morta, e Morrone Lungo, ma quest'ultimo appartiene a Statigliano, o sia alla Diocesi di Teano.
Al di sotto del Monte del Duca principia un'altra linea di colline, che va passo passo allargandosi, e quindi forma il Castello di Dragone, la Palera, e Trivolesca in pertinenza di Dragone, e poi S. Pietro, e Cisterna, che sono delle terre di Latina, e Baja. Al nord di Cisterna framezzandovi una stretta precipitosa valle detta Ravecupa viene il colle dell'Angelo, che attacca colla Petrosa di pertinenza di Pietramalara.
Questi sono i Monti di questo Circondario; la maggior parte di essi mostrano l'aspetto di scoscese, e poco, o niente accessibili rupi, pochi di essi son coverti di cerri, ed altri arbori fruttiferi; buona parte compieni di macchie; ed il resto è coverto di sole rocce.
Articolo 2: Fiume
L'unico fiume del Circondario è il Volturno; perchè il Savone, che nasce sotto il Colle di Gerusalemme nei confini di Formicola è di niuna considerazione, ave questo due miglia di cammino; e prima d'imboccarsi nel Volturno da moto a diverse macine di molino.
Il Volturno pertanto ave la sua origine nel Contado di Molise al di sopra d'Isernia; e facendo varj giri dopo il corso di circa ottanta miglia s'imbocca nel Mediterraneo in Castello Volturno, accresciuto di diversi fiumicelli, e dal Calore, che con esso si uniscono.
Chiude il circondario di Cajazzo da tre lati, da borea, da oriente, e da mezzogiorno. La sua profondità è diversa; la mezzana è di circa palmi sei. Il di lui letto ave diversa latitudine; da Baja sino ad Alvignano è largo circa trenta passi; sopra Squilla dopo unito il Calore col Volturno passi cinquantaquattro; la di lui larghezza sotto Cajazzo, è circa passi cinquanta.
Articolo 3: Confini dei Circondarj di Caiazzo, e Formicola
Il Circondario antico di Cajazzo è sito al nord-est di Terra di Lavoro, è quasi ne di lei confini da questa parte, giacchè discosto circa tre miglia dal Matese. Con ragione avrebbe potuto chiamarsi una Penisola, mentre è circondato dal Fiume Volturno dal nord; dando principio dalla Comune di Baja, e calando per quella di Latina, Dragone, Alvignano, e Rajano; lo chiude dall'oriente tirando da Rajano, l'Alvignanello; Campagnano, e Squilla; e quindi lo bagna al sud di Cajazzo fino al Colle Callicola. Viene poi chiuso al libeccio, e ponente da detto Colle, e dal monte Massimo; e finalmente viene terminato al nord dai monti di Statigliano, di Baja, e dal bosco della Petrosa.
E' limitrofo detto Circondario al nord co’ circondarj di Piedimonte, di Cusano, di Cerreto; all'est con quello di S. Agata dei Goti; al sud col Circondario di Caserta, e di Capua; framezzandovi con tutti il fiume Volturno; dall' occidente a maestro confina coi Circondari di Pignataro, e di Pietramalara, mediante gli accennati monti.
Tale era l'antica situazione di detto Circondario; ma oggi, che si è diviso in due la confinazione è senza regola, specialmente pel Circondario di Formicola, in cui viene distrutto ogni ordine, e regolarità topografica; Eccone intanto i confini secondo il presente stato.
Il Circondario odierno di Cajazzo principiando da Dragone e continuando per le Comuni di Alvignano, Rajano, Alvignanello, Campagnano, e Squilla, e nel distretto di Cajazzo, come si è accennato, è chiuso dal Volturno fino al Vallone detto il Rio della Conga, dove principia il Circondario di Formicola; salendo poi per esso Rio dal sud al nord sino al bosco di Strangolagallo, e propriamente nei ruderi di un'antica Cappella di S. Massimo in distanza di circa quattro miglia dalla Città di Cajazzo, confina col distretto di Formicola; e quindi tirando da ponente a levante è limitrofa alle Comuni di Strangolagallo, Sassa, e Villa di S. Croce, Casale di Cajazzo oggi del Circondario di Formicola mediante i monti della Cerreta, delle Forche, e S. Croce, Pozzillo e la strada, che da S. Croce conduce scendendo a Cajazzo sino al luogo detta la Selvetella, cioè meno di un miglio distante dalla Città di Cajazzo; istesso poi si cala pel Pozzillo delle Monache e propriamente per la castagnella dal sud al nord; quindi dal sud-est al maestro tirando pel ponte Fondo di Gennaro detto delle grotte, per Acqua Perdente di Costafredda e di Balsatruda, mediante la valle delle Nocelle, è anche limitrofo alle tre dette Comuni; viene poi diviso dalle Comuni dei Schiavi, e Profeti dai monti dei Schiavi, e dal detto picco di S. Angelo; qui termina per ora di confinare col Circondario di Formicola. Calando poi dalla parte occidentale di S. Angelo dal sud al nord per la costa di Melito, per la Valle di Casa Nuova, e pel Morrone del Musco confina colla
Comune di Statigliano del distretto di Pietramolara; e scendendo per l'elce del Catino, ch'è sulle falde occidentali del monte detto la Trivolesca, pel vallone di Pontemu- rato sin dove s'imbocca nel Volturno, vien separato il Circondario di Cajazzo dalle Comuni di Baja, e Latina, che pure appartengono al Circondario di Formicola; benchè da esso separate da valli e monti precipitosi, che appartengono alla Comune di Majorano di Monte Casale di Dragone.
Il Circondario di Formicola è diviso in due discoste, fra di loro quasi inaccessibili porzioni. La porzione formata dall'antica Baronia di Formicola e dalla Villa di S. Croce Casale di Cajazzo confina col Circondario di Cajazzo istes- so nei termini accennati di sopra; viene poi chiuso dal sud dal piccolo tratto del Volturno, e dal Monte Calligola; dall'occidente viene terminato dal Monte Massimo.
L'altra porzione di esso Circondario formata dalle Comuni di Baja, e Latina è divisa dalla Terra di Dragone, che appartiene al Circondario di Cajazza, dal bosco della Trivolesca, e dal Vallone di Pontemurato; è separata dalla Comune di Statigliano da monti di S. Pietro, e Cisterna; dall'ovest è chiusa dal colle S. Angelo, e dal bosco della Petrosa; finalmente dal nord è bagnata dal Volturno. Ed ecco per quanto permette la brevità i confini d'ambedue i Circondarj.
Articolo 4: Estensione in lunghezza, e larghezza, e miglia quadrate dell'intiero Circondario
Essendo la figura dell'intiero circondario irregolare, com'è irregolare il giro del Volturno, è puranche irregolare la di lui lunghezza, e larghezza; e così anche poco certa la misura in miglia quadrate; eccone pertanto la più approssi- mata. Tirando una linea dal sud-est al nord-ovest, cioè da Campagnano ai confini occidentali della Terra di Baja, radendo quasi il fiume è lungo esso Circondario circa miglia sedici. Nella linea poi meridionale quasi parallela alla prima dalle radici del monte di Paterno sul fiume in pertinenza di Squilla fino all'estremità occidentale del Picco di S. Angelo ha di longitudine circa miglia nove. Può quindi dirsi essere la longitudine media di miglia sedici. La mezzana latitudine dal sud-ovest al nord-est, cioè dalla Scafa di Cajazzo, volgarmente di Caserta, a quella di Alvignano è circa miglia quaranta; e tutto il suolo di novantasei miglia quadrate.
Articolo 5:
1 - Della origine topografica dei Paesi, e Comuni.
2 - Prodotti, ed industria principali.
3 - Distanza di ogni Comune dalla loro centrale,e dalla Città di S. Maria di Capua.
4 - Popolazione di ogni Comune.
5- Gli antichi loro rapporti feudali; ed il modo erano governate sotto l'espulsa Dinastia.
Numero 1: Campo, Casali, Castelli.
1. Cajazza, ch'è la centrale del Circondario, è residenza del Giudice di Pace, ma giace al nord della Città di Napoli, sita su due già accennate colline, al libeccio di quella detta le Fosse, ed all'occidente delle falde del Castello, si vede essa fabbricata in un eminente, ed aperto sito, forse il migliore della Provincia, circondata da diverse amene colline interrotte da piccole, ma deliziose valli. Gode benchè in mezzo dei monti della dilettevole vista delle marine di Patria e Mondragone.
2. I prodotti di questo circondario per rapporto ai luoghi montuosi consistono in scarsa quantità di legumi, di grano, e di granone; i terreni poi delle pianure, che sono per la maggior parte di miglior qualità producono in maggiore abbondanza i generi di prima necessità. In Cajazzo, e Casali vi sono delle foreste, dei vigneti, ed oliveti, che danno una tale quale quantità di mediocri vini, per lo più bianchi; e di eccellenti olii, l'industria principale dei Cajazzani è l'agricoltura.
3. La Città di Cajazzo è circa miglia otto distante da S. Maria di Capua, e ventidue, ad un tempo da Napoli; le strade son nuove, ma di poco durata, perchè non si rijattano.
4. Il numero degli abitanti della sola Città consiste in 3065 dei quali 1565 sono maschi, e 1500 femmine.
La Città di Cajazzo con Casali, e Castelli apparteneva al Marchese Corsi Salviati di Firenze; questi eliggeva il Governatore della Città, e Casali, e l'università gli dava l'onorario di duc: sei al mese, perchè era Baronessa, e proventava; nei Castelli poi proventava l'istessa Camera Baronale. Si eliggevano per la Città, e pel piccolo Casale di Cesarano quattro eletti, o siano governanti, ed un Giudice di Bagliva; in ciascuno poi degli altri Casali, e Castelli, governavano il Pubblico due soli Eletti.
Casali Contiene la Città di Cajazzo quattro Casali, o siano Villaggi, e sono Cesarano; SS. Giovanni e Paolo; la Villa di S. Croce, e la Piana.
Cesarano Cesarano è sito a mezzogiorno della Città alle radici dei di lei Colli, circa mezzo miglio da essa discosto, e meno di un quarto di miglio dal fiume. Fa una Comune con Cajazzo; comprende anime 218 oltre quelle della Città.
SS. Giovanni e Paolo
Il Casale dei SS. Giovanni e Paolo giace al sud-est di Cajazzo in distanza poco più di un miglio. Sta egli edificato su di un ameno colle; e la di lui figura è di un asse di ruota di ammolare ferri. Forma oggi Comune a parte, e contiene 594 anime.
Villa di S. Croce
Il Casale di Villa di S.Croce Montisverne è sito quasi alla sommità del monte di tal nome dalla parte boreale, ed orientale; è all'occidente di Cajazzo, da cui è discosto meno di due miglia, è lontano poi dalla nuova centrale di Formicola miglia 11 dovendosi calare per Cajazzo; perchè la strada dei monti non può praticarsi d'inverno, e contiene anime 344. L'industria principale degli abitanti è di far carboni. Oggi appartiene esso Casale al Circondario di Formicola; credo per errore topografico.
Piana La Piana è un Casale sito al sud-ovest di Cajazzo alla distanza di due miglia dalla medesima. Comprende otto piccoli Villaggi, poco discosti gli uni dagli altri; posti quasi in giro intorno alle falde meridionali di S.Croce. Contiene 1203 abitanti; la maggior parte dei quali sono coloni di Campagna.
Tutti detti Casali prima della formazione dei Circondari costituivano una Comune con Cajazzo, ma oggi eccetto Cesarano fanno Comune a parte.
Castelli Nel tenimento di Cajazzo oltre agli accennati Casali vi sono quattro altri Villaggi coll'antica denominazione di Castelli, e sono Squilla, Campagnano, Alvignanello, e Rajano.
Squilla Il Castello di Squilla composto di poche vecchie abitazioni, giace al sud-est di Cajazzo. E' sito su di un rialto di tassarone, e tufo, che domina immediatamente il fiume, che vi scorre di sotto al sud-est. E' distante da Cajazzo circa miglia cinque. Gli abitanti ascendono al numero di 350. Era nella passata dinastia assieme cogli altri due castelli di Campagnano, ed Alvignanello governato da un Governatore posto, dall'Agente del Marchese di Cajazzo.
Campagnano Campagnano è sito alle radici dei monti Calatini orientali, al di loro mezzogiorno; è lontano dal fiume circa due tiri di fucile; cinque miglia da Cajazzo verso oriente; e due miglia da Squilla. In questo Castello esistono anime 344.
Alvignanello Dopo meno di due miglia tirando verso borea sull'istesso Volturno si trova il Castello di Alvignanello composto di poche vecchissime case; è sito su di un piccolo rialto assai vicino al detto fiume: è pur all'oriente estivo di Cajazzo, da cui è distante circa miglia cinque. Vi sono abitanti 297.
Rajano Rajano è bensì vicino al Volturno, ma più distante degli accennati tre Castelli; Esso giace all'occidente di Alvignanello nella distanza di poco più di un miglio: è al Greco di Cajazza, da cui è lontano tre miglia. E' fabbricato su di una bassa collina composta di tufo nero, circondata da un profondo vallone; e si trova quasi in un fosso, perchè gli fanno come corona più alte colline. In Rajano, e sue massarie si contano 644 individui. Era amministrata la giustizia nella passata dinastia da un Governatore eletto dall'Agente del Marchese Corsi.
Numero 2: Terre di Alvignano, e Dragone
Il Presente Circondario di Cajazzo, oltre lo stato di esso comprende due altre Baronie, o siano Terre, cioè Alvignano, e Dragone, che descriveremo colla medesima brevità.
Alvignano 1. La terra di Alvignano giace al nord-ovest di Cajazzo alle radici boreali degli accennati monti di Alvignano, e Dragone, un tempo detti di Combulteria un miglio, e mezzo al di sopra del fiume. Viene essa formata da undici piccoli villaggi, poco discosto l'uno dall'altro, e disposti in una linea serpeggiante dal sud-est al nord-ovest. E' limitrofo il suo tenimento con quello di Cajazzo, e di Rajano dall'oriente, con quello di Dragone dal sud e dall'ovest, e col fiume Volturno da borea.
2. I prodotti principali di essa Terra, e di quella di Dragone consistono in grano di mezzana qualità, in ottimo granone, pochi legumi, ed altri generi di prima necessità. Vi sono pochissime industrie di animali vaccini, di capre, e di porci e pochi individui di esse Comuni fanno qualche commercio con povere vettovaglie nei mercati di Caserta, e di S. Maria di Capua.
3. E discosta essa Terra circa miglia cinque da Cajazzo, e tredici da S. Maria di Capua.
4.Contiene 2061 Abitanti. Nella passata Dinastia amministrava la Giustizia in ambedue dette Terre un Governatore eletto dal Principe di Piedimonte a cui appartenevano; e l'università era amministrata da due Eletti o Giudici, e da un Giudice di Bagliva.
Dragone 1. La terra di Dragone è posta al nord-ovest di Cajazzo e di Alvignano alla distanza di un miglio dall'ultimo villaggio di questa. Viene formato da sette Casali, cioè S. Marco, Aschetini, Chiaio, S. Giorgio, Pantano, e Trivolischi, e Majorano di Monte, da cui dipendono due altri piccoli villaggi detti Marciano Freddo e Montaniccio. I sei primi Casali sono situati alla parte boreale dei monti di Dragone, e formano quasi una linea curva, la di cui concavità seconda i monti. Il Casale di Majorano è fabbricato due miglia al di sopra di Dragone verso il sud dentro una valle poco larga, ma molto estesa formata, come si è detto parlando dei Monti, dalla sommità dei monti di Formicola da mezzo giorno, e dal nord dalle Vette dei monti di Alvignano, e Dragone. Marciano Freddo, e Montaniccio sono circa un miglio discosti da Majorano all'oriente di esso, e quattro miglia da Cajazzo, siti su un sassoso, ed aprico colle.
Il tenimento di Dragone dall'est confina con Rajano, e Cajazzo, al sud col Circondario di Formicola, e dall'occidente colla Comune di Statigliano, dal nord-est colla comune di Latina (oggi del circondario di Formicola) e da borea col fiume Volturno, da cui è discosto circa un miglio.
2. I prodotti, e l'industria sono l'istesse di Alvignano, se non che in Majorano le produzioni consistono in poca frutta, e castagne, e pochi generi di prima necessità. Sussistono in generale quegli abitanti con tagliar legna, far carboni, e riporre anche della neve.
3. Dragone è distante circa otto miglia da Cajazzo, e miglia sedici da S. Maria di Capua.
4. I Casali uniti di Dragone senza Majorano contengono Anime 1225 e Majorano 504. Sicchè tutto Dragone fa individui 1729.
5. Come si è detto Dragone con Alvignano avea un solo Governatore. L'università era amministrata da tre Eletti due di Dragone, e uno di Majorano. Questo per rapporto al Circondario di Cajazzo; si dirà cosa anche del nuovo Circondario di Formicola.
Articolo 5: Circondario di Formicola
Numero 1: Formicola, e Casali
Il nuovo Circondario di Formicola contiene la Baronia di Formicola, che costa di Casali, e Castelli, e la Baronia di Baja, e Latina, separata, e dissita, ne si è detto, da quella di Formicola: di tal Circondario esporremo ora l'occorrente.
1. La terra di Formicola, ch'è la centrale del Circondario di questo nome, è all'occidente di Cajazzo, da cui è lontana circa otto miglia. E' edificata in una amena valle; formata dal monte Callicola dal sud, dal monte Massimo dall'ovest, dal colle Trebolano al nord e da una picciola bassissima collina detta Monticello dall'est.
2. I prodotti tanto delle pianure, che dei luoghi montuosi sono l'istesso, che nel Circondario di Cajazzo; ma Formicola è assai più abbondante di ogni genere di eccellente frutta. La principale industria è anche la stessa.
3. Questa Terra è circa otto miglia discosta da S. Maria di Capua.
4. Formicola contiene 1269 individui, e quattro suoi casali 626; che in tutto sono anime 1895.
5. La Baronia di Formicola era posseduta dalla famiglia Carafa, dei Duchi di Tolva; Principi di Columbrano, e Formicola; questi eliggeva il Governatore che esercitava la sua giurisdizione nella Baronia tutta ma il Giudice delle Seconde era di Cajazzo. L'università era amministrata da due eletti; come lo erano puranche gli altri Castelli da essa Baronia dipendenti.
Casali All'occidente di Formicola sul pendio orientale del monte sono situati cinque Casali della medesima e sono i Medici, Anduni, Cavallari, e Fondola, e Croce.
Medici Il Casale dei Medici, unito al piccolissimo villaggio della Cava, è sito un quarto di miglio al di sopra di Formicola.
Auduni Poco più sopra è il casale degli Auduni; contengono ambedue anime 306.
Cavallari e Fondola
I Cavallari, e la Fondola sono fabbricati in un sito superiore ai due primi; esistono in essi anime 320.
Croce Poco più sopra è il piccolo Casale di Croce, il di cui spirituale appartiene e Pignataro.
Tutti questi Casali fanno una Comune con quella di Formicola.
Treglia, che si vuole anche casale di Formicola, fu edificato sulle ruine dell'antica Trebula; ne giace al sud-est di essa Terra alla distanza di più di due miglia; è molto superiore di Formicola e posto in mezzo ai monti al di loro mezzogiorno.
Al sud di questo Casale vi sono in poca distanza due piccoli villaggi, Casalicchio, e Resignano. Tutti contengono anime 530.
Le produzioni di questi casali consistono in pochi generi di prima necessità. Gli individui di Treglia per lo più s'industriano in far carboni.
Numero 2: Castelli
Pontelatone Il Castello di Pontelatone è situato all'oriente di Formicola, da cui è discosto circa due miglia, e sei da S. Maria di Capua: è posto in luogo assai basso, e circondata da un profondo Vallone; al sud di esso vi sono due piccoli villaggi, Funari, e Marzi, che in tutto contengono anime 268. le produzioni, e l'industria sono l'istesse, che in Formicola.
Schiavi 1. Il Castello di Schiavi su’ monti di Formicola dalla parte di greco, in una picciola pianura, che tiene dal nord la sommità di detti monti.
2. Le produzioni di questo, e dei susseguenti castelli consistono in scarsa copia di generi di prima necessità; vi si raccolgono anche delle mele, e castagne. L'industria principale è di far carboni, e riporre neve.
3. E' distante meno di quattro miglia da Formicola, e circa dodici da S. Maria.
4. I Schiavi con altro piccolo suo casale detto la Villa contiene anime 608.
Merangeli Il Casale di Merangeli è sito al sud-ovest di Schiavi, distante da esso meno di un quarto di miglio. Fa anime 274.
Profeti I Profeti casale pure di Schiavi, al di lui occidente, è discosto da esso circa un miglio. E' situato alle falde meridionali della cima dei monti di Formicola, alle radici del picco di S. Angelo. Gli abitanti ascendono al numero di 234.
Cese Il Casale delle Cese è sito circa un miglio al di sopra di Treglia, e mezzo miglio al di sotto di Schiavi; al mezzogiorno del colle dei Merangeli. Contiene individui 156.
Sassa, e Casali
Il Castello di Sassa all'oriente dei Schiavi a distanza di poco più di un miglio, ed al greco di Formicola da cui è discosto circa miglia quattro.
E' fabbricato su di un'orribile precipitosa rupe di pietra viva; è accessibile da una sola parte. Comprende un piccolo villaggio detto l'Arbusto. Fa anime 365.
Preja Il Casale di Preja è sito al sud-ovest di Sassa dopo circa un miglio, e sotto alle sassose falde orientali del monte Frigento. Contiene anime 297.
Cisterna Il Casale di Cisterna sta al mezzogiorno di Preja un miglio al di sotto, ed altrettanto discosto da Sassa. Vi sono anime 102.
Strangolagallo Il Castello di Strangolagallo è posto all'oriente di Cisterna meno di un miglio distante; e circa quattro da Formicola, ed undici da S. Maria. E' sito in mezzo dei monti, ed assieme con un piccolo solo casale contiene anime 388.
Villa di S. Croce
Della Villa di S. Croce se n'è detto cosa parlando di Cajazzo, di cui è casale. E' discosto da Formicola dovendosi passare per Cajazzo più di miglia dieci.
Numero 3: Terre di Latina, e Baja
Il Circondario di Formicola, come si è detto, oltre lo Stato di essa comprende ancora le Comuni di Latina, e Baja; benchè da essa divise mediante una buona porzione del Circondario di Cajazzo.
Latina 1. La Terra di Latina è composta di sei piccoli Casali, o Villaggi tutti sono posti a borea dei monti di essa Latina, un miglio, e mezzo sopra al Volturno; il primo di essi detto Contra sito nel piano, un miglio discosto dall'ultimo casale occidentale di Dragone; dopo tre tiri di fucile si trovano gli altri quasi tutti uniti; il Castello, e Vicinato sono in un sito un poco elevato alle radici di un colle, su cui esistono le rudera di un antico piccolo Castello.
2. Le produzioni sono l'istesse, che in Alvignano e Dragone, ma in più scarsa quantità.
3. E' distante Latina circa miglia otto da Formicola facendo la strada dei monti, che d'inverno spesso è intrafficabile; tanto che, i naturali per andare a Formicola vengono per Cajazzo, da cui è discosta detta Terra undici miglia; sicchè si può dire la distanza dalla presente centrale circa miglia 17 quanto è distante da S. Maria girando per Cajazzo.
4. Contiene essa Terra di Latina anime 459.
5. Nell'esclusa Dinastia veniva Latina e Baja governata da un Governatore postovi dal Barone di esse Terre D. Pasquale Sanniti, a cui appartenevano e ciascuna delle loro università era amministrata da due Eletti, o Sindaci.
Baja
1. La Terra di Baja, ch'era la più dissita del Circondario di Cajazzo; ed oggi di Formicola, è fabbricata alle radici orientali di un'altro Colle detto l'Angelo, ch'è continuazione dei monti della Petrosa; sta un miglio e mezzo più al di sopra del fiume Volturno al maestro di Latina, ed a borea di Formicola.
2. Le produzioni, e l'industria sono l'istesse, che di Latina.
3. La distanza da Formicola, da Cajazzo e da S. Maria è un miglio di più, che quella di Latina.
4. Contiene individui 538. Il modo del governo era pur l'istesso di Latina.
Questo è quanto in breve per eseguire gli ordini ricevuti si è potuto dire.
[1] Sulla diocesi di Caiazzo cfr. DI DARIO B., "Notizie storiche della città e diocesi di Caiazzo", Lanciano, Carabba, 1941; FARAONE G., "Notizie storiche e biografiche della città e diocesi di Caiazzo ad uso delle scuole primarie locali", Napoli, Faraone, 1899; BIANCHI R., "Ragguaglio della memoria umiliata al re nostro signore per la reintegrazione del vescovado di Cajazza", Napoli, De Frilli Criscuolo, 1831; U.C.D., "La chiesa di Cristo in Alife e Caiazzo", Piedimonte Matese, La Bodoniana, 1984.
[2] cfr. MARROCCO D., "Documentazione storico-liturgica su S. Stefano di Caiazzo", in Annuario ASMV 1981, Napoli, Laurenziana, 1982, pp. 91-104.
[3] Legge 19 gennaio 1807 n. 14 "Per la Circoscrizione dei governi del regno", in Raccolta delle leggi e decreti del regno di Napoli, anno 1807, tomo I. Cfr. pure DE FRANCESCO D., "La provincia di Terra di Lavoro oggi Caserta nelle sue circoscrizioni territoriali e nei suoi amministratori a tutto il 1960", Caserta, Amministrazione Provinciale di Caserta, 1962.
[4] Legge 2 agosto 1806 n. 130 "Con cui si abolisce la feudalità", in Raccolta delle leggi cit., anno 1806, tomo II.
[5] I Corsi comprarono i feudi di Caiazzo, Ducenta, Milizzano, Squille, Campagnano e Alvignanello, nel 1615, da Giulio Cesare de Capua. Raiano fu venduto ad essi, nel 1640, da Cesare Mazziotta. cfr. DI DARIO B., op. cit., p. 114.
[6] cfr. MARROCCO D., "Note storiche sulla contea di Alife", in Annuario ASMV 1975, Napoli, Laurenziana, 1975, p. 139. Detti feudi furono comprati dai Gaetani, nel 1671, dopo essere stati devoluti alla R. Corte per la morte del marchese Ottaviano Capece senza legittimi successori. cfr. RICCIARDI R. A., "La sistemazione dei demani del comune di Alvignano. I. Selvapiana e Selvaspinosa - demani ex feudali della casa Laurenzana", Piedimonte D'Alife, La Bodoniana, 1922, p. 8.
[7] cfr. MARROCCO D., "Guida del Medio Volturno", Piedimonte Matese, ed. ASMV, 1986, p. 25.
[8]Questi feudi erano pervenuti a Domenico Marzio, unico erede di Diomede Carafa, nel 1805, e furono pretesi da Francesco Saverio Carafa, principe di Colubrano e barone di Formicola, che ottenne l'assenso regio e ne venne in possesso nel 1807. cfr. FUSCO G., "I Carafa di Maddaloni e la Baronia di Formicola", in archivio storico di Terra di Lavoro vol. IV, Caserta, La Buona Stampa, 1975, pp. 99-101. I Carafa ottennero la baronia di Formicola nel 1465 per concessione di Ferrante I d'Aragona. Cfr. FUSCO G., op. cit., in Archivio storico cit., vol. I, Caserta, 1956, p. 257.
[9] "Capitoli dell'Assisa o Statuti della città di Caiazzo raccolti da Niccola Alianelli", traduzione e note a cura di DIANA G. e MONTANARI R.", Caserta, Giovis, 1992, p. 13
[10] cfr. MARROCCO D., "Piedimonte Matese", Piedimonte Matese, ed. ASMV, 1980, p. 93.
[11] cfr. IADONE P., "Statistica", riportata in appendice. In effetti, per quanto riguarda Caiazzo, Piana e San Giovanni e Paolo, benché eleggessero propri eletti, stando ad una lettera conservata nell'Archivio di stato di Caserta, Intendenza Borbonica, Ponti e Strade, datata 20 ottobre 1807, indirizzata dal Sindaco della Comune di Caiazzo all'Intendente di Terra di Lavoro "hanno da tempo immemorabile formato sempre una sola università, ed hanno avuto sempre un solo territorio comune, ed indiviso tra esse; facendo però economia separata, e ratizzati li fuochi, li beni si accatastavano in quella Comune, dove abitavano i Proprietarj".
[12] Legge 8 agosto 1806 n. 132 "Sulla divisione ed amministrazione delle provincie del regno", in Raccolta delle leggi cit., anno 1806.
[13] Ivi, Titolo IV. Gli interessi della università venivano trattati dal decurionato, eletto tra i capi famiglia compresi nel ruolo delle contribuzioni. I decurioni nominavano, mantenendo la loro consuetudine, gli eletti, dei quali uno diveniva sindaco, incaricato quindi dell'amministrazione propriamente detta, che incamerava tutte le funzioni e le attribuzioni di competenza in passato degli amministratori dell'università. Gli altri due eletti, previsti, avevano l'uno incarico esclusivo di polizia municipale e rurale, e l'altro era eletto assistente del sindaco. La normativa circa la formazione dei Consigli decurionali fu emanata con la legge 18 ottobre 1806 n. 211 "Con cui si ordina la forma- zione de' decurionati, e consigli provinciali, e distrettuali", in Raccolta cit.
[14] cfr. Legge 8 agosto 1806 cit. I distretti furono stabiliti con la legge 8 dicembre 1806 n. 272 "Che determina i distretti del regno", in Raccolta cit.
[15] Legge 19 gennaio 1807 n. 14, cit. cfr. pure DE FRANCESCO D., op. cit., p. 27.
[16] Ivi.
[17] Per disposizione della legge 20 maggio 1808 n. 156 "Con cui si riforma il sistema di elezione de' corpi rappre- sentativi, e degli amministratori de' comuni", in Raccolta cit. anno 1808, i comuni riuniti andavano ad eleggere un solo decurionato proporzionato in base alla popolazione dei singoli comuni.
[18] cfr. documentazione esistente presso l'Archivio di Stato di Caserta (da ora A.S.C.), Intendenza borbonica, Ponti e strade, cfr. pure DE FRANCESCO D., op. cit., p. 39.
[19] Legge 20 maggio 1808 n. 140 "Che contiene l’organizzazione giudiziaria", in Raccolta cit.
[20] Cfr. "Notamento delle Comuni, che compongono la Provincia di Terra di Lavoro, secondo le rispettive giustizie di Pace", in A.S.C, doc. cit.
[21] Lettera del 21/9/1809, in A.S.C., doc. cit.
[22] Il Progetto fu sottoposto ai Procuratori Regi i quali lo restituirono corredato dalle eventuali modifiche, cfr. Lettera del Procuratore Regio indirizzata all'Intendente di Terra di Lavoro, in A.S.C., doc. cit.
[23] Cfr. Decreto 4 maggio 1811 n. 922, in Raccolta cit., anno 1809.
[24] Storico caiatino (Dragoni 1762 - Caiazzo 1838) la cui produzione è ancora in massima parte inedita. Per una biografia dell'A. cfr. per tutti RUSSO M., "Breve Statistica di Alvignano di Pasquale Iadone", in Annuario ASMV 1991, e bibliografia in esso citata.
[25] L'opera è contenuta in un manoscritto una volta conservato nella biblioteca di Caiazzo. Il testo è stato trascritto nella forma originale da una fotocopia ricevuta dal compianto Mons. A. Campagna. A mio parere l'opera non necessitava di un'edizione critica in quanto pressoché priva di errori che potessero falsarne la leggibilità. Le poche citazioni da altre fonti, a volte approssimative, sono infatti ininfluenti sul contenuto dell'opera.
N.B.: LE NOTE SONO COMMENTATE DALLO STORICO CAIATINO NICOLA SANTACROCE CHE HA PUBBLICATO SULLA SUA OPERA "I SINDACI DI CAIAZZO" LA DESCRIZIONE DEL CANONICO IADONE

Nessun commento: